Circa 500 milioni di anni fa, nel periodo Cambriano, un piccolo mollusco pionieristico galleggiava dal fondo dell'oceano. Aveva sviluppato un modo per usare il suo guscio difensivo per uno scopo completamente nuovo: galleggiare.

Si è scoperto che riempiendo il suo guscio di gas, questo mollusco avrebbe potuto letteralmente raggiungere nuove batimetriche, ottenendo un vantaggio chiave sui suoi parenti che permanevano a contatto con il fondale. Gli scienziati credono che questo sia stato il primissimo cefalopode, un gruppo che ora include calamari, polpi, seppie e nautili. Anche se oggi potremmo pensare al nautilus con la sua conchiglia come una stranezza, il fatto è che gli antenati dei cefalopodi moderni e dai tessuti morbidi come il polpo e il calamaro avevano tutti il guscio.

I primi cefalopodi sono in realtà caratterizzati dalle loro conchiglie o, più specificamente, dal modo in cui le loro conchiglie si sono adattate alle loro esigenze. Alcuni cefalopodi avevano il guscio troncato. Altri acquisirono una forma diversa. Alcuni di loro hanno poi interiorizzato il loro guscio come una spina dorsale. E in alcuni casi, si sono sbarazzati del tutto della conchiglia. Nei tempi antichi, la conchiglia era la grande risorsa dei cefalopodi, ma si rivelò anche la loro più grande debolezza.

I molluschi furono alcuni dei primi animali veramente complessi, probabilmente apparsi nel tardo periodo Ediacarano (635-541 milioni di anni fa).

Sebbene ci siano alcune prove di conchiglie fossilizzate di questo periodo, le conchiglie come le conosciamo oggi diventano molto più comuni dopo l’esplosione avvenuta nel periodo del Cambriano (comincia 541,0 ± 1,0 milioni di anni fa, alla fine dell'eone Proterozoico, e si conclude 485,4 ± 1,9 milioni di anni fa con l'avvento del periodo Ordoviciano), con il termine esplosione cambriana si definisce l'evento paleontologico consistente nella comparsa improvvisa, ovvero in un tempo molto ristretto su scala geologica, della più grande parte dei maggiori phyla di animali complessi, avvenuta circa 530 milioni di anni fa, nel cambriano, accompagnata dalla differenziazione di altri gruppi che, non a caso, segnano la prima prova dell’esistenza di un predatore.

Quindi, i primi gusci funzionarono come scudi, proteggendo il corpo morbido, o il mantello dell'animale, da un eventuale predatore in agguato. Ma alla fine del Cambriano, un mollusco noto come Plectronoceras aveva acquisito un paio di adattamenti che segnarono l'inizio di una nuova forma di trasporto e di un tipo completamente nuovo di mollusco.

1)Plectronoceras :Come potevano comparire nei mari preistorici.              2)Alcuni resti fossili.

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Alcune delle forme che i primi cefalopodi possedevano a noi conosciuti.

Per prima cosa, il suo guscio era diviso in camere sigillate da pareti sottili chiamate setti o sezioni. Man mano che l'animale cresceva incrementava nuove camere al suo guscio. Questo di per sé non era una novità, ma finì per diventare una caratteristica.

       

Quando il Plectronoceras aggiungeva setti al suo guscio, lasciava un piccola parte tubolare del suo mantello in ogni camera. Questo piccolo tubo di tessuto è conosciuto con il nome di sifone e per quanto modesto possa sembrare, ha aiutato Plectronoceras a eseguire un trucco che il mondo non aveva mai visto prima. plectronoceras attraverso il sifone era in grado di assorbire tutta l’acqua dall’esterno immettendola nelle camere nel suo guscio, rendendo super salato il sangue che scorreva al suo interno. Mentre l'acqua si diffondeva dal guscio nel sangue rendendolo salato, il gas che si creava da questa combinazione, si infiltrava e quella che una volta era un'armatura divenne un dispositivo di galleggiamento personale.

I primi veri cefalopodi erano arrivati ​​e sembravano minuscoli, adorabili coni gelato capovolti. Questo sviluppo di un guscio a camera pieno di gas, noto anche come fragmocono, è stato un trionfante adattamento che ha fatto la storia. Il passaggio dall’era dell’Ordoviciano al Cambriano, segnò l’età dell’oro per i cefalopodi. C'erano pochi predatori a minacciarli e l'aumento dei livelli di ossigeno dell'oceano ha fatto sì che la vita fiorisse, si diversificasse e occupassero nuovi habitat, fornendo loro cibo in abbondanza. Questo è noto come il Grande Evento di Biodiversificazione dell’Ordoviciano. Ed è allora che sono diventati molto grandi. I cefalopodi endoceratidi dell'Ordoviciano erano gli animali più grandi del loro tempo, raggiungendo una lunghezza impressionante fino a sei metri.

E mentre l'Ordoviciano progrediva, i cefalopodi iniziarono a lasciare aree marine di bassa profondità per esplorare l'oceano aperto. Quindi hanno dovuto trovare il modo di diventare più veloci e agili. Alcune specie svilupparono conchiglie che si arrotolavano, formando una forma più compatta e maneggevole, come un moderno nautilus. Nel periodo Siluriano (433,8-419,2 milioni di anni fa) un genere chiamato Sphooceras tentò una tecnica diversa: invece di arrotolare il suo guscio, lo ruppe e se ne andò privo di esso. Sphooceras avvolgeva periodicamente parte del suo morbido mantello attorno all'esterno del suo guscio e secerneva enzimi che alla fine lo aiutarono a rompere le camere e quindi l’intera conchiglia.

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Questo ha reso la parte terminale più smussata, più corta e più robusta. A sua volta ha reso il guscio rimanente meno vulnerabile alla rottura e più facile da manovrare. Sphooceras potrebbe essere il primissimo cefalopode che ha mantenuto il suo guscio all'interno del suo mantello per un certo periodo di tempo - e questo era un esperimento che stava per essere portato a un livello completamente nuovo. Questo perché una nuova pressione evolutiva stava aspettando i cefalopodi nel Devoniano (419 -358,9 milioni di anni fa); stavano per fare la loro prima comparsa i pesci veloci, e quelli dotati di mascelle.

 I pesci con le fauci sono apparsi per la prima volta nel periodo Siluriano, e si può affermare che hanno proliferato nel Devoniano. E questo ha dato il via a una corsa agli armamenti evolutiva tra pesci e cefalopodi. Fino a quel momento, tutti i cefalopodi erano stati membri del lento e costante gruppo dei nautiloidae, dai pionieri come i piccoli Plectronoceras, agli imponenti Cameroceras.

Questo antico ceppo sopravvive ancora oggi sotto forma del moderno nautilus.

Ma nel Devoniano apparve un nuovo ramo dell'albero genealogico dei cefalopodi: Le ammoniti

Le ammoniti hanno affrontato l'ascesa dei pesci con una strategia viva-veloce e giovanissima. A differenza dei nautiloidae, che crescevano lentamente e investivano molta energia nella creazione di pochi figli, le ammoniti crescevano rapidamente e hanno molti figli. Alla fine hanno avuto così tanta distribuzione in tutti i mari, che le loro conchiglie sono ora utilizzate come fossili indice per definire i periodi nel Mesozoico. Le ammoniti svilupparono un'enorme varietà di dimensioni e forme di conchiglie, crescendo come forme di arbusti che sembravano uncini o nodi o addirittura graffette.

Poi, intorno all'inizio del Carbonifero, apparve una nuova stirpe con una strategia ancora più radicale per affrontare il problema dei pesci. Furono i primi coleoidae, come Sphooceras milioni di anni prima di loro, i coleoidae avvolsero i loro manti morbidi intorno ai loro gusci duri. Ma a differenza di Sphooceras, il loro guscio rimase all’interno in modo permanente.

L'Hematites, ad esempio, era uno dei primi coleoidae e aveva un guscio a forma di cono all'interno del suo corpo morbido.

Poi, nel corso di milioni di anni, le conchiglie hanno cominciato a rimpicciolirsi e ciò che è rimasto è stato costruito con materiale più leggero. Dopotutto, i gusci interni non offrivano più protezione, quindi non c'era motivo di continuare a trascinarsi dietro tutto quel peso extra. Così hanno perso le camere piene di gas che li avevano tenuti a galla, e hanno sviluppato nuovi modi per galleggiare e nuove e più veloci forme di propulsione a getto per spostarsi.

Col tempo il guscio interno fu snellito in una struttura lunga e chitinosa, simile alla spina dorsale chiamata gladius. Tutti i calamari i oggi viventi, hanno ancora una specie di gladio, le seppie hanno il famoso “osso” o sepiostario, mentre i polpi hanno una coppia di strutture simili chiamate stiletti. Armati di questi adattamenti, i coleoidae iniziarono a sfruttare una nuova area: il mare profondo. Mentre il vecchio fragmocono pieno di gas non poteva resistere alla pressione dell'oceano profondo, il gladius non aveva problemi del genere. E la loro capacità di vivere nelle profondità si è rivelata ciò che ha salvato i coleoidae dall'estinzione. Alla fine del Cretaceo, un colpo fatale colpì le ammoniti e la maggior parte dei nautiloidae: l'estinzione del Cretaceo-Paleogene, lo stesso evento che uccise i dinosauri non aviari.

La Terra a causa dell’impatto con un gigantesco meteorite si coprì di una coltre nuvolosa che genero’ piogge acide che cambiarono il ph degli oceani, compromettendo l'integrità dei gusci di cui questi animali avevano bisogno per sopravvivere. Questo ha colpito le baby ammoniti, che facevano affidamento sui loro gusci sottili e fragili per galleggiare passivamente vicino alla superficie degli oceani, fu davvero un colpo molto duro all’ecosistema. Allo stesso tempo, c'era probabilmente una massiccia moria del plancton, la principale fonte di cibo delle ammoniti.

I nautiloidae furono probabilmente salvati dai loro stili di vita lenti e costanti, e sei specie in due generi sono sopravvissute fino ai giorni nostri. Ma i coleoidae riuscirono a rifugiarsi nel mare profondo, e non dipendevano più dai loro gusci. Così, sparite le ammoniti, quando le condizioni migliorarono, i coleoidae si sollevarono e presero il loro posto.

Oggi i coleoidae hanno colonizzato ogni ecosistema marino del pianeta, e svolgono un ruolo vitale nelle reti trofiche oceaniche. Invece di fare affidamento su un'armatura protettiva, ora usano intelligenza, mimetizzazione e agilità per diventare predatori e per evitare di essere prede allo stesso tempo.
Il loro viaggio da piccoli molluschi passivi a predatori eleganti e voraci ha richiesto centinaia di milioni di anni di tentativi ed errori, dallo sviluppo di conchiglie per sopravvivere, per imparare finalmente a prosperare senza di loro. E il calamaro nuota ancora con il suo gladio intatto, e il polpo con i suoi stiletti -ricordi della storia che hanno vissuto con le creature prive di guscio del passato.

Ringrazio il canale Youtube PSB Eons dal quale ho tratto questa presentazione cercando di tradurla per voi nel migliore dei modi, rispettando terminologie e incrementando alcune immagini. Sicuro di avervi fornito delle informazioni che ogni egingers dovrebbe avere nel suo bagaglio culturale, per comprendere e capire che sta pescando degli splendidi animali invertebrati che si sono evoluti in milioni e milioni di anni per sopravvivere. Questo basti a far intendere la complessità del loro sistema di sopravvivenza e non scoraggi il neofita a lasciare questa bellissima tecnica di pesca se i risultati dovessero tardare ad arrivare. Pensate come un cefalopode e saprete come prenderli e dove trovarli.

Paolo Gavazzeni

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