Eccoci arrivati all’ultimo capito delle nostre attrezzature necessarie per la tecnica dell’EGING.

Questo argomento pur essendo posto come fanalino di coda nella nostra rubrica, non ha un importanza minore rispetto a tutto il resto. Ogni cosa deve essere al suo posto, è il perfetto equilibrio tra canna, mulinello, trecciato( fluorcarbon, o nylon), totanara e accessori che determina una battuta di pesca fatta a dovere .Questo non significa che non potremo avere degli inconvenienti, ma starà a noi cercare d seguire delle regole per evitare inutili problematiche che comprometterebbero per quel giorno la nostra passione.

Una cosa molto importante è sempre la sicurezza, infatti possiamo prendere esempio dai nostri amici Nipponici, che vanno a pescare con molte regole e attenzioni.

Avere sempre dietro un cellulare è fondamentale, non solo per immorlalre le nostre prede, ma per poter chiamare amici o parenti in caso di necessità e sarebbe molto utile lasciare detto dove si va a pescare.

Scegliere un luogo di pesca accessibile e che ci faccia pescare in condizioni di sicurezza.

Altra cosa fondamentale, è avere sempre un ‘indumento che ci garantisca il mantenimento della temperatura corporea, e che sia ben visibile, quindi sono da preferire indumenti come cappelli o giubbotti con colori ben evidenti, come il rosso, l’arancione, etc.

In Giappone non a caso spesso  vedete i pescatori utilizzare gli stivali bianchi.

Oggi sono arrivati in Italia anche i gubbotti salvagente stile Japan, che veramente possono salvare la vita, anche se il costo è ancora un po’ alto se lo prendiamo di buona qualità, ma è un ottimo accessorio.

                                                                                                 

Elemento da non trascurare per la sicurezza sono le condizioni meteo marine.Infatti è opportuno consultare i vari siti internet meteo, nazionali o internazionali per verificare le condizioni del mare, del vento e atmosferiche che si manifesteranno nelle ore in cui si vuole andare a pesca. Poi ovviamente a seconda delle tipologia di tecnica di pesca sceglieremo quando è più opportuno andare a mare.

Vediamo come è composta l’altra parte dell’attrezzatura.

Cominciamo dalla nostra bag porta egi, ne esistono per tutti i gusti e desideri, ma fondamentalmente ve ne sono due tipi.Uno rigido di derivazione della pesca a spinning, con borsa in tessuto o plastica, e con scomparti in politilene al suo interno, e poi quelle che io chiamo a portafoglio, dove gli egi sono molto ben visibili e ne è più facile la scelta, perché sempre in vista, sotto alcuni esempi-

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Poi c’è anche chi va a pescare da riva ad eging per procurarsi delle splendide esche da utilizzare per la traina con il vivo, e in quel caso si possono adottare delle borse in EVA dotate di attacco per ossigenatore.

                                                                                                                 

In alternativa se il pescato deve finire cotto e mangiato, andrà benissimo la classica busta, da preferire quelle biodegradabili anche se un po’ fragili o meglio ancora il classico secchio, che verrà lavato e riutilizzato.

Scarpe o stivali?

A questa domanda non possiamo facilmente rispondere. Non basta dire che su una scogliera utilizzerò delle opportune scarpe e su una spiaggia calzerò dei comodi stivali.

Prima cosa dipende da come ognuno di noi è abituato, ma la sicurezza è fondamentale.Gli stivali su una scogliera di difficile accesso non rappresentano a mio avviso la situazione migliore.Oggi in commercio esistono delle scarpe ottime e che spesso sono idrorepellenti.

Gli stivali o waters sono ottimi per chi pesca da spiagge e vuole entrare in acqua per poter lanciare più lontano, o semplicemente per essere a contatto con il mare.

Le scarpe sulla spiaggia, spesso si riempiono di sassolini e sabbia, e se non si sta attenti al buio con un onda che frange un po’ più lunga si rischia di bagnarsi, costringendoci ad andare via a causa del freddo, quindi direi se possibile da evitare.

 

Le Lampade

Argomento controverso e qualche volta spinoso sono i sistemi di illuminazione per la notte.Questi vengono utilizzati sia per raggiungere punti sulle scogliere o spiagge che sono privi di illuminazione. Vengono utilizzati anche per far luce nel nostro box e scegliere l’egi che al momento ci sembra più idoneo, e per caricare le totanare dotate di fosforescenza.Infatti alcune lampade da testa non solo hanno una luce bianca, ma in quelle più sofisticate troviamo anche le luci a raggi UV-

Spesso purtroppo andando a pescare in scogliera, assisto ad un utilizzo delle lampade da testa e a raggi UV che non è corretto. Alle volte sembra di essere in una discoteca all’aperto con luci che girano in aria , ma soprattutto che entrano in acqua. E questo non è assolutamente di aiuto per la pesca ai Cefalopodi in particolar modo al calamaro. A mio avviso dopo tanti anni di pesca mi sono reso conto che la luce meno entra in acqua e meno spaventiamo i nostri amici Cefalopodi.Qualcuno potrà ridire su questa mia affermazione portando come esempio i porti dove ci sono fonti luminose un po’ ovunque. Ma non è così-Infatti in questi determinati ambienti il calamaro o la seppia già sanno che trovano la luce e si posizionano nelle zone di ombra in attesa delle loro prese. Diverso è se puntiamo in mare un faro potente in una zona che è sempre al buio. Ma le lampare, allora perché attraggono pesci e calamari? Quello è un discorso un po’ lungo da spiegare, vi diro’ solo che in quei casi siamo in mare aperto e la situazione è diversa.

                              .                      

Di lampade ne esistono di tutti i tipi e per tutte le tasche, da dieci euro fino a ben oltre i cento. Ci sono lampade che si ricaricano con cavetto USB, altre con pile. Lampade che hanno anche una luce rossa per non disturbare nelle notte, e quelle a mio avviso sono ottime, perché si vede abbastanza bene, ma non allarmano. Ci sono lampade che hanno il sensore di movimento per accenderle e spegnerle, ottime perché lasciano entrambe le mani libere e non ci costringono a contorsioni per cercare il pulsante acceso/spento in momenti che sono spesso critici anche per l’equilibrio. Ci sono lampade con pile dietro la testa, un po’ pesanti  e scomode, e quelle che hanno tutto concentrato sotto la lampada. Lampade da centinaia di Lumen (Il lumen è l'unità di misura del flusso luminoso. In passato il lumen era un'unità di misura derivata, definita tramite la candela, che è l'unità di intensità luminosa ossia il flusso luminoso visibile emesso da una sorgente) a mio modesto parere già una lampada da 160 lumen è più che sufficiente. Ma ripeto la lampada non va mai puntata in mare e va spenta appena non serve. Rispettiamo chi pesca vicino a noi.

   

Guadino o Raffio?

Non è difficile scegliere, ma facciamo un salto indietro. Fino a qualche anno fa abbiamo sempre utilizzato dei guadini spesso con manico telescopico che vengono venduti per altri tipi di pesca. Importante è che nei guadini si scelga in primis una maglia trasparente fatta di nylon a maglie medie di grandezza. Tutto questo per evitare di spaventarli, al momento della cattura, con reti colorate di nero o bianco, la maglia sarà non troppo stretta e di nylon in modo che ci permetta di sganciare il nostro egi dalla rete in maniera comoda e veloce. Inoltre dovrà essere fondo sufficientemente e avere la base piatta.

                                                                                          

                                                                                       Retino Sele distribuiti da Sud Pesca

Il guadino, o retino è comodo usarlo se si pesca senza vento, infatti se pur scegliamo un guadino a maglie medio larghe, con il vento ci creerà sempre dei problemi, e alle volte se il mare non è calmo, l’onda di risacca muove la rete e il guadino rischiando di colpire il calamaro o la seppia generando alcune volte l’inevitabile perdita del cefalopode e mandando in fumo tante ore di sacrificio.

 

Il raffio conosciuto come “Squid Gaff” per i Cefalopodi, inutile quasi  dirlo, è un'altra diavoleria inventata dai giapponesi.

 

La loro necessità nasce nel ferrare con sicurezza i famosi “Big Fin” ossia calamari di grosse dimensioni pescando da alte aree portuali come moli o strutture in cemento armato per questo viene costruito con sistema telescopico.

                                                                                Tipico raffio giapponese  

                        

In Italia dobbiamo dire grazie all’amico Roberto Chessa che da grande appassionato di pesca e con grandissime capacità costruttive ha realizzato in acciaio i primi modelli a livello artigianale commercializzati sul mercato da negozi di pesca. In realtà il suo è uno splendido raffio con impanatura, che si può adattare a qualsiasi manico telescopico o non, con boccola.

 

Testine per raffio home made, realizzate da Roberto Chessa 

  

Poi esistono i made in “Italy” come quello fatto da Akami e importato da Sud Pesca, con un rapporto prezzo qualità interessantissimo.Un bel modello, che ha una doppia funzione, infatti la parte terminale del raffio si può svitare e inserire al suo posto un uncino per essere utilizzato nella pesca da scogliera o da barca a grossi predatori.Dotato di manico telescopico in carbonio allungabile sino a 3,60 metri, e quando chiuso di soli 52 cm. 

                                         .            

Viene assemblato con un innesto in neoprene sul manico per migliorare la presa, moschettone di sicurezza, e fodero per la tracolla.Corona e gancio in acciaio Inox.

Ma vediamo quando utilizzare il raffio al posto del guadino.

Dopo qualche anno di utilizzo costante, per verificare anche le condizioni migliori i cui utilizzarlo, posso affermare che in condizioni di vento teso, e un po’ di risacca sotto costa l’utilizzo del raffio è sicuramente vantaggioso rispetto al guadino, ma occorre essere veloci e precisi. Da evitare di utilizzare per calamari che sono stati ferrati  per un solo tentacolo (quello lungo lungo, definito anche impropriamente “ braccio”), perché se si sbaglia la ferrata si rischia di farlo incattivire e quindi inizierebbe a pompare acqua oltre il dovuto generando l’inevitabile rottura del tentacolo.

Anche per i piccoli calamari è da evitarne l’utilizzo, per ben due motivi, il primo perché non è facile ferrarli visto lo spazio fra gli aghi del raffio, 2 perché si rovinerebbero le carni del calamaro.

Ovviamente l’utilizzo del raffio ci impedisce il cach & release, inutile quasi dirlo.

 

Un altro accessorio importante da avere sempre con se durante la sessione di pesca è un paio di forbici ben affilate e un coltello che potranno servirci per i motivi più diversi, tra cui realizzare un nuovo terminale a causa di una rottura.

Per cui sarà necessario avere sempre una bobina di fluorcarbon di scorta per realizzare il nostro terminale.

Portare una bobina di trecciato nuova per una eventuale parrucca non sarebbe male specialmente se per raggiungere il nostro spot abbiamo dovuto fare molti chilometri. Addirittura per evitare di perdere tempo sarebbe meglio avere una bobina di mulinello sostitutiva o un mulinello di ricambio.

Gli “Snap”rappresentano l’anello di giunzione tra il nostro fluorcarbon e l’egi. La loro funzione è quella si di collegare questi due elementi, ma in realtà ha uno scopo molto più preciso.Infatti nasce per permettere al pescatore di sostituire l’artificiale senza dover fare sempre un nodo nuovo sulla lenza, il che porterebbe in poco tempo a consumare tutto il nostro finale, facendoci perdere tempo e denaro anche se dal punto di vista di resa personalmente lo ritengo il migliore . Ne esistono di diverse misure dalla zero che è la più piccola fino alla 5.

Questi sotto sono marchiati Sele e distribuiti da Sud Pesca come quelli successivi.

                                                                                          

Personalmente preferisco utilizzare questo tipo che riporto nella foto sotto, sono più veloci nello sgancio e più sicuri perché non necessita bloccare la chiusura, unica pecca l’anello di aggancio che non essendo  unico pezzo, può rischiare di far uscire il nodo del terminale finale in fluorcarbon. Infatti alcune volte mi è capitato di perdere degli egi perché l’anello non era ben chiuso.Pertanto una volta comprati mi attrezzo con delle potenti pinze e me li chiudo come desidero io.

                                                                                             

Poi ovviamente ve ne sono di moltissimi tipi come da foto sotto. L’importante è prendere veramente uno sgancio rapido e sicuro. Infatti ce ne sono alcuni che si aprono bene e sono veloci,  come il numero 3, distribuito da diverse ditte, ottimo, rapido e a mio avviso sicuro. Il numero 1, il 2  e il 4 sono ottimi, ma d’inverno con le mani prese dal freddo e con una sensibilità ridotta, specialmente utilizzando misuro coma la 1 o la zero diventano molto difficili da aprire senza soddisfare i termini di velocità e praticità nel cambio della totanara. Tutti gli snap dove necessita in qualche modo chiudere il gancetto con le mani, alla lunga il metallo perderà elasticità snervandosi, e non consentendo più una sicura chiusura. Poi ognuno con l’esperienza si troverà il modello e la grandezza che lo soddisfano maggiormente. Personalmente collego il finale in fluorcarbon allo snap utilizzando un nodo che si chiama Improved Clinch, che assicura una tenuta di circa il 93% del carico di rottura.

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Squid Spike o Ika Shime : Si tratta di uno stiletto a forma di cacciavite con manico tendenzialmente in plastica e una prolunga in metallo dove l’estremità è appiattita e affilata. Generalmente è anche dotato di un piccolo tubicino di metallo che esce dal manico in parallelo ma ben più piccolo, piegato  a forma di L per raddrizzare i cestelli delle totanare. Questo attrezzo è stato creato dai giapponesi per uccidere i calamari appena pescati. Basta una precisa stoccata in mezzo agli occhi e il cefalopode muore. Non si tratta di un gesto violento, ma semplicemente si evita che il calamaro  muoia lentamente in un secchio o su uno scoglio, quest’ultima situazione indurrebbe le sue morbide carni a diventare più dure e una volta che esse vengono cucinate non se ne apprezzerebbe a pieno il sapore. 

                                                                                              

Piombi: In merito all’utilizzo di piombatura esterna, generalmente adoperata per affrontare situazioni estreme, nonostante personalmente non prediliga questa forma di appesantimento dell’egi,(meglio utilizzare delle versioni deep) ci sono diversi metodi. Si possono adoperare delle mascherine studiate appositamente, oppure si possono utilizzare piccoli piombi dotati di girelle che con opportuni snap a “Tre vie” vengono collegati all’anellino trainante dell’Egi.

                                                                                                                               

La prima soluzione in realtà, varia molto l’assetto di discesa dell’egi rispetto alla suo normale e studiato affondamento.

 

Mentre il collegamento con un piccolo piombo fa mantenere la posozione ottimale all’egi una volta arrivato sul fondo.

 

Alcuni modelli di testine piombate:

  

                                                             Un modello di piombo per zavorrare con girella il nostro egi:

                                                                                                     

Inoltre la zavorra puo’ essere collegata al nostro egi anche tramite gli appositi fori realizzati nella deriva(piombo) appositamente studiati per appesantire le totanare in diversi modi, tra cui utilizzare del filo piombato da passare al loro interno o collegandoci un piccolo moschettone e relativo piombo come da foto.

                                                                                                         

Le Forbici:

Questo attrezzo è di vitale importanza magari accompagnato da un coltellino. Infatti ci servirà tutte le volte che occorrerà ridurre una legatura o eliminare gli eccessi di filo di un nodo.

Molte le proposte presenti nei negozi e on line, segnalo le ottime le forbici prodotte da Akami di recente, che sono molto affilate, elemento  di non trascurabile importanza visto che il trecciato o dyneema che dir si voglia è veramente resistente e e spesso difficile da tagliare.Inoltre hanno un impugnatura in gomma resistente ma morbida con ampie asole per poter essere utilizzate comodamente anche con i guanti.

                                                                                                                         

Ovviamente non entro nel campo di tutto l’abbigliamento tecnico oggi presente sul mercato per evitare di dilungarmi, ma ovviamente avremo bisogno di un cappello, di una giacca e di un pantalone con le dovute caratteristiche tecniche in base alla situazione in cui andremo a pescare, freddo, vento pioggia, o altro.

Bene siamo arrivati alla conclusione con la speranza di aver soddisfatto le richieste di molti pescatori che iniziano a praticare l’eging o per coloro che magari già in questo mondo, volevano sapere qualcosa che fino ad oggi non gli era stato mai trasmesso.

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